Ed eccoci di nuovo qui…
Dopo l’ennesimo periodo di fermo e come sempre un po’ per caso, venerdì un’amica mi ha inviato un articolo molto interessante per me. Si parla di una chiesa sconsacrata e abbandonata a Pietrarubbia avvolta dalla vegetazione e su di un Eremo con il medesimo nome (Eremo di Sant’Arduino).
Si trova in una posizione molto bella, raggiungibile con una camminata nella natura poco impegnativa (noi l’abbiamo fatta con mia figlia di 6 anni). Ci abbiamo impiegato circa 40′ ad andare (abbiamo sbagliato a seguire il percorso che non è segnalato e nemmeno battuto nell’ultimo tratto) e 20′ per il ritorno.
Siamo andati seguendo il navigatore per la chiesa di Sant’ Arduino ma, quando serve, ti dice di girare a destra dove è presente un bel muro che aspetta che tu l’ attraversi!
Scherzi a parte siamo andati per tentativi ed abbiamo avuto la fortuna di incontrare delle persone gentilissime.
La zona in cui abbiamo lasciato la macchina è Ca’ Bosco.
Una signora, veramente gentile, ci ha autorizzato a lasciare l’auto nella sua proprietà e ci ha indirizzato con preziose informazioni.
Dopo aver costeggiato le case, un orto ed un bellissimo campo fiorito, inizia il ‘sentiero’. È necessario andare un minimo attrezzati perché il sentiero è selvaggio, l’erba è alta, ed i pantaloncini, a mio modesto parere, sono sconsigliati.
Dopo la nostra passeggiata tra tane di istrici (il mio compagno e mia figlia in queste situazioni si trasformano in guru di Superquark) e bellissimi campi in fiore, finalmente scorgiamo lei…
Una struttura molto pericolante, un campanile senza campane ed una storia muta che non può parlare.
Prima di cercare questo posto ho cercato tra varie informazioni e la storia mi ha subito rapita. Si parla di una chiesa che, in seguito ad un crollo del pavimento, ha portato alla luce una cripta sotterranea. Una chiesa caduta in declino in seguito al mancato rinnovamento del parroco, all’abbandono delle case da parte delle famiglie di agricoltori e, non meno importante, saccheggiamenti di oggetti sacri e distruzione di alcune parti in cerca di tombe da saccheggiare. L’esistenza della cripta sotterranea, venuta alla luce con il crollo, era conosciuto anche in passato.
In questa cripta sotterranea sono stati trovati circa 65 scheletri, intatti, ancora in sacchi di canapa e lino relativi alla sepoltura, con vestiti risalenti al ‘500. Era presente anche un affresco che è stato rimosso e portato ad Urbino.
Avevamo già visitato il castello di Pietrarubbia ma questo angolo di pace ci era proprio sfuggito. Un vero peccato che sia mantenuto in questo stato pericolante anche se un po’ di tempo fa erano iniziati i lavori di restauro ma purtroppo mai terminati. C’è un cartello del cantiere degli anni ’90 abbandonato in mezzo alla natura che è cresciuta intorno.
Mi hanno segnalato in seguito, che sono presenti altri percorsi per raggiungerla non ufficiali (le persone che abitano nelle vicinanze ci hanno raccontato che loro passano attraverso i campi) ma noi abbiamo preferito non rischiare di perderci.
Non resta che incoraggiarvi a fare un giretto a Pietrarubbia e magari ci vediamo in giro..


