ALTA VAL TIDONE E HARRY POTTER A GRAZZANO VISCONTI

Diga del Molato un enorme lago Verde con una antica costruzione al centro
Diga del Molato. Lago di Trebecco
Genepreto, un minuscolo borgo in sasso

Benritrovati!

Quando penso alla mia ‘pausa’ ( è un po’ che non scrivo nulla) capisco di aver avuto bisogno di fermare i miei racconti…

In questo periodo amici e conoscenti mi hanno contattato per avere informazioni e idee, ma la cosa che veramente mi ha fatto venire voglia di scrivere è stata la meraviglia dei posti visitati o gli occhi con cui li ho guardati.

Sì guardati…a vedere sono capaci tutti …io mi baso soprattutto sulle emozioni, non so se si era capito 😊.

3 giorni in alta val Tidone in provincia di Piacenza.

Base Nibbiano tra persone meravigliose ed immersi in un bosco fantastico.

Un luogo in cui animali notturni vegliano sul tuo sonno, animali diurni allietano il tuo risveglio e persone molto ospitali si prendono cura di te.

È stata una vera sorpresa nonostante la nostra fosse una breve fuga.

La magia è iniziata lungo la strada.

È una zona molto verde e ricca di piccoli borghi in sasso molto curati.

C’è una quantità di castelli, rocche ed abbazie che richiederebbero una visita, ma il tempo si sa, manca sempre per vedere tutto.

Per chi proviene dalle mie parti ( luogo speciale in cui, se non c’è lo spazio per mangiare, si inventa, e se non c’è abbastanza cibo ci si improvvisa una spaghettata fatta dalla mamma) si capisce subito di essere più in Lombardia che in Emilia Romagna ma con il tocco dell’ospitalità, della gentilezza e la semplicità dei piccoli paesi dove si conoscono tutti e la vita scorre serena.

Ovviamente siamo andati con la famiglia al completo, cane incluso, e nonostante il caldo, abbiamo subito trovato un bellissimo itinerario adatto a lei..la diga del Molato.

In zona ci sono molti sentieri per gli appassionati di trekking, mountain-bike o cavallo. Noi abbiamo optato per il sentiero che dalla diga porta alla fonte che è molto ombreggiato.

Abbiamo raccolto una quantità incredibile di piume di uccelli selvatici. Tra tutte la più bella è sicuramente quella del Gufo. Un bel ‘bottino’ che ha trasformato una passeggiata in una piccola avventura. Ci siamo concentrati per sentire versi di animali e cercare di scorgere eventuali tane o tracce. Ovviamente di ritorno abbiamo comprato l’inchiostro ed abbiamo scritto con le piume ma questa è un’altra storia.

Percorso trekking Diga del Molato

Siamo a malapena riusciti a vedere il ponte del diavolo a Bobbio che dista 50′ di macchina dalla diga.

Il ponte del diavolo -Bobbio-

Il tragitto è completamente in mezzo alla sola vegetazione.

Un consiglio…girate sempre con la benzina nel serbatoio, anche perché i telefoni prendono a fatica.

Purtroppo avevamo un appuntamento nel pomeriggio e quindi ci siamo dovuti precipitare di nuovo a Nibbiano.

È giunto il riposo del guerriero e quindi, dopo una giornata intensa, ci siamo diretti per cena a Genepreto.

Sì hai capito bene…quando corri per vedere il più possibile, la gita enogastronomica di fine giornata, è più che meritata oltre che d’obbligo!

Genepreto è un minuscolo borgo molto carino e ben tenuto che ci ha regalato un magico fine serata in questa bomboniera di paesino.

Genepreto

È difficile scrivere di questa vasta zona delle colline, essendoci stati molto poco, ma ho voluto farlo perché, anche se non siamo riusciti a vedere molto, ne vale sicuramente la pena.

Noi siamo tornati entusiasti.

La vera avventura di famiglia però, ancora non era arrivata…

Sulla strada del rientro abbiamo fatto una magica tappa..sto parlando per tutti gli appassionati di Harry Potter come mia figlia, non potete ‘saltare’ Grazzano Visconti ed il suo emporio stregato.

Emporio stregato

Anche se i dettagli del borgo sono stati costruiti nel ‘900, questo paesino ha tutte le carte in regola per sentirsi catapultati in una fiaba.

Il castello è dotato di un grande parco molto curato. Nonostante il borgo sia fantastico, la cosa che ci è piaciuta di più, sicuramente per la nota passione da Nerd, è quello che abbiamo trovato a tema Harry Potter.

Grazzano visconti

Ad aprile si aprono le porte della ‘scuola di magia di Hogwarts ‘ e nel resto dell’anno è possibile fare una foto sul binario 9 ¾ dove è presente il famoso carrello incastonato nel muro ed entrare nel magico mondo di Ollivanders.

Entrati nell’emporio stregato sembra di essere catapultati nel film.

L’ingresso è libero per maghi, streghe e anche per i babbani e sono presenti una quantità di cose stupefacenti, dal libro dei mostri, alla Nimbus 2000, passando per la burrobirra e le caramelle a tutti i gusti+1.

Stupendi i vasi di mandragora, cioccorana e chi più ne ha più ne metta.

La cosa che più colpisce entrando in questo magico angolo di fantasia sono i meccanicismi, libri che si muovono sulla libreria, ferri da maglia che lavorano da soli e… non voglio svelare tutto.

La piccola di casa si è veramente emozionata e non nascondo che anche per i più grandi è veramente affascinante, ed entrando, il tempo sembra fermarsi.

D’altra parte entrare nei sogni piace a tutti…

Ci vediamo in giro

Binario 9 3/4

SASSOCORVARO e la ROCCA UBALDINESCA

Sassocorvaro

Oggi è un giorno speciale… finalmente siamo andati alla rocca di Sassocorvaro che ci ripromettevamo da un anno…

Queste sono le gite che piacciono a me, luoghi in cui la Storia, l’entusiasmo di chi dedica del tempo a raccontarla e l’affetto per il proprio territorio si mescolano.

Andando in Carpegna passiamo sempre davanti ad un cartellone che pubblicizza la Rocca e abbiamo sempre temporeggiato, sbagliando ovviamente.

La Rocca pare sia la costruzione più enigmatica ed emblematica di questo periodo storico e chiamarla Rocca è sicuramente un po’ riduttivo per tanti dettagli che vi spiegheranno durante la visita.

È una costruzione rinascimentale ed è principalmente un forte militare, ma non solo…

È stata, nel passato più recente, anche residenza signorile e residenza utilizzata dal clero.

All’interno è presente anche una bomboniera di teatro che è una favola più moderna, ma non per questo meno affascinante.

Il teatro all’interno della Rocca

Tornando a noi, durante la visita, vi spiegheranno che in questa famosa struttura è molto forte il legame con l’alchimia e l’esoterismo ed è possibile, prenotando, fare una guida mirata che mette in evidenza la parte misteriosa della rocca.

Questo tipo di esperienza dura circa un paio d’ore ed è prenotabile anche per poche persone.

Presto voglio sperimentare la visita da questo punto di vista, anche se comunque durante la spiegazione ‘tradizionale’ ne fanno degli accenni.

Fu costruita su progetto di Francesco di Giorgio Martini (poi ‘rinnegata’) nei primi anni del suo servizio come architetto ed ingegnere militare del Duca Federico da Montefeltro. 

Oggi diremmo che aveva avuto l’esclusiva di costruirne diverse anche se poi, questa Rocca nello specifico, non l’ha mai menzionata in quanto si pensa che abbia ricevuto molte ingerenze e non abbia potuto seguire per intero i dettami dell’architettura volta alla difesa militare.

Struttura strategica anche alla luce della variazione delle tecniche belliche.

Era comparsa la bombarda e questa architettura le ha permesso di mantenersi integra anche durante la seconda guerra mondiale.

Ma lasciamo il racconto della storia a persone più competenti in materia..

Sono ammessi anche gli amici a 4 zampe a patto che siano muniti di museruola.

non riesco a non svelare troppo della Rocca, racconterei di ogni singola cosa dato l’entusiasmo..

Dall’architettura, alle riflessioni sociali, alla passione di chi accompagna nella visita, senza dimenticare la collocazione storica e mille altre sfaccettature che toccano anche un passato a noi più vicino come il secolo scorso.

durante la Seconda guerra mondiale la fortezza fu destinata a proteggere oltre 10.000 capolavori d’arte provenienti da molte parti d’Italia.

Molto curioso anche il racconto di come queste opere, grazie a Pasquale Rotondi, con un po’di astuzia, furono fatte recapitare in Vaticano, addirittura scortate dai tedeschi.

Sassocorvaro, in generale, per me è stata una grande scoperta.

Ovviamente la Rocca è la cosa che ci ha rapito di più ma curiosando tra i vicoli è un incanto.

Uno scorcio del borgo di Sassocorvaro

Per i più romantici, la chiesa in cui sono presenti le spoglie di San Valentino, è una tappa inevitabile.

Proprio nel giorno di questa ricorrenza (14 febbraio) è visitatissima.

La diga di Mercatale è bellissima e fa da cornice a questo incanto.

diga di Mercatale

Affacciandosi, da veri ‘ficcanaso’, sulla soglia di una porta, abbiamo trovato anche foto d’epoca che fanno da sfondo ad una targa che cita ‘la civiltà che sudava’.

È una raccolta di vecchie foto che ritraggono persone che lavoravano nei campi, tutta la dignità di una generazione che aveva sani principi e faticava per mettere il pane in tavola ma con gli occhi fermi e decisi. Momenti che sembrano dimenticati nel tempo..

la civiltà che sudava

Sono presenti anche altre cose in questo borgo, che sarà il mio rifugio spirituale, ora che l’ho scoperto, ma Il bello di questi paesi è proprio ‘cacciare il naso’ in giro e rimane sorpresi ad ogni angolo.

D’altra parte io non sono la guida Michelin!

Ci vediamo in giro!

una ‘chicca’ della Rocca

MUSEO DEL BALÌ

A 15 km da Fano, in una bellissima Villa settecentesca, esiste un museo per bambini e adulti spettacolare.

Il museo del Balì, un museo dove la scienza viene messa in pratica per far comprendere meglio i principi della matematica, fisica e chi più ne ha più ne metta.

Il Balì era da tempo nella lista dei nostri progetti e finalmente ci siamo decisi.

Al suo interno tutto è da sperimentare, fare e toccare.

Per i bambini è l’ideale ed esiste, per ogni esperimento, una cartellonistica semplice ed accattivante e per gli adulti curiosi invece c’è la possibilità, inquadrando il QR code, di avere informazioni più approfondite.

La visita dura circa un’ora e mezzo ed è fondamentale prenotare l’orario di ingresso.

Gel sanificante si trova ad ogni angolo per potersi disinfettare dopo avere provato i ‘giochi’ interattivi.

Tutte le stanze del museo sono tematizzate. C’è la sala dedicata alla vista, all’udito, alla terra, alla percezione visiva, alle leve, alla matematica e tanto altro.

È presente anche un percorso sensoriale molto curioso.

La punta di diamante della visita, a mio parere, è la visita al planetario.

In base all’orario di ingresso al museo, viene attribuito un turno di visita a questo luogo magico.

Pochi minuti prima dell’inizio della proiezione, dagli altoparlanti si sente l’avviso che informa per quale turno di ingresso ci si può recare  in questo luogo affascinante.

Le stelle e le costellazioni mi hanno sempre affascinato ed in questo modo è stato possibile osservarle da vicino.

Siamo stati letteralmente rapiti da questo cielo stellato ma non voglio svelare troppo perché merita la sorpresa. 

Mia figlia è uscita entusiasta e noi di più.

Il personale è gentilissimo ed ogni tanto il ragazzo del museo, che ci ha accolti all’ingresso, faceva capolino per domandare come andasse la visita o se volevamo qualche informazione in più.

Certamente gli stimoli non mancano e per i bambini è un modo divertente per capire che tutto quello che fanno, sentono e vedono ha una spiegazione logica e scientifica.

La visita a questo museo ve la consiglio di cuore è veramente una esperienza unica per i bambini e non solo per loro.

Nota da non sottovalutare:

prima di entrare nel giardino del museo c’è un grande parco ombreggiato dove è possibile fare un picnic o in alternativa c’è un singolare chiosco di piadine buonissime. Dimenticatevi impasti al farro, bio o altro. La piadina è una sola ed è quella sfogliata…. buonissima.

Non sono nemmeno sicura che ci sia la possibilità di pagare con bancomat o carta, di sicuro qualche euro nel portafoglio non guasta mai..

Non resta che sperare di avervi affascinato, ne vale assolutamente la pena.

ci vediamo in giro

Verucchio e la sua Rocca

Esistono luoghi che hanno tutto il sapore della Romagna e Verucchio è uno di questi.

Eravamo di ritorno da Montebello ( di cui scriverò presto) e decidiamo di fare merenda a Verucchio che, anche se si trova vicino a Rimini, non avevo mai avuto il piacere di visitare. 

Facciamo un giro veloce per le stradine medievali e ci accomodiamo in un bar, il bar centrale, per prendere un gelato ristoratore.

Così, per caso, dico al barista che il paese è molto carino e lui, da buon Romagnolo, inizia dicendo con entusiasmo che proprio in quel giorno, tra le altre cose, è il giorno di riapertura della Rocca Malatestiana, appena restaurata e mi dice: “è proprio qui dietro” .

Potevamo lasciarci sfuggire questa opportunità? No di certo!

Armati di curiosità ci dirigiamo alla biglietteria.

Non so se i cani saranno ammessi in futuro, ma dato che era il primo giorno di apertura, non avendo disposizioni in merito, hanno fatto entrare anche la nostra cagnolona.

 Tutto è più bello quando la squadra è al completo.

Pare sia stata la  Rocca da cui partì la conquista del Montefeltro dei Malatesta, per l’appunto “ Malatesta da Verucchio”. Questo è il nome completo.

All’interno della Rocca  è presente un gigantesco albero genealogico dei Malatesta che prende un’intera parete del salone centrale e permette di avere sotto controllo tutte le discendenze e le varie parentele di questa potente famiglia.

 

La Rocca è del XIII secolo e non dimostra così tanti anni. È molto ben conservata ed ora con il restauro sicuramente ha acquistato ulteriore bellezza.

È stata la dimora del famosissimo Malatesta chiamato il ‘Mastin Vecchio’. 

È presente una cartellonistica dettagliata ed interessante  su questo personaggio 

Non poteva mancare il collegamento tra Dante, l’inferno e Paolo e Francesca ed il Malatesta chiamato da Dante ‘il centenario’.

Il Centenario ed il Mastino Vecchio sono la stessa persona e quindi padre di Paolo e Giovanni detto anche Gianciotto e marito di Francesca. In poche parole Beautiful del medioevo.

È presente anche un piccolo percorso sonoro.

Inquadrando con il cellulare, alcuni QR code, presenti lungo il percorso, è possibile ascoltare una voce narrante che racconta le varie vicissitudini del famoso Mastin Vecchio. È una voce che lo interpreta, come se il Mastin Vecchio parlasse di sé.

 Tramite la cartellonistica si spara un QR code collegato a YouTube e c’è una voce narrante che parla del Mastin Vecchio, che poi è un attore che lo interpreta.

Dal giardino pensile la vista è mozzafiato ed è ben visibile una gran parte di Montefeltro.

Ci sono, come in ogni castello, le prigioni che incuriosiscono sempre un po’.

Non so se in futuro sarà disponibile anche la visita guidata ma anche in caso contrario, questa splendida Rocca, merita assolutamente una visita.

Piccola curiosità.

Come in ogni luogo ricco di storia, Verucchio ha il suo fantasma. 

Non si aggira tra le mura del castello ma nel paese. Si dice che nelle notti di vento si senta il rumore di un carro trainato da buoi, la cui ombra scura pare sia attribuita al crudele Malatestino, il Malatesta cieco da un occhio.

Pare attraversi l’abitato per poi finire in una scarpata con un boato. 

Questa visita ci ha proprio rapito e come si dice ‘la Storia più la conosci, più la ami’ . 

Noi siamo lontani dal conoscere la Storia ma questa famiglia importante che incontriamo spesso ultimamente ci affascina sempre di più.

Non resta che sperare di vederci in giro!

MONTECOPIOLO -IL MONUMENTO AGLI AVIATORI NELLA FAGGETA-

A volte succede che non hai voglia di fare nulla ma fortunatamente il richiamo della curiosità vince su tutto e la pigrizia se ne va.

Avevamo solo un programma…una bella grigliata annaffiata da birra fresca ( perché non esiste grigliata senza birretta) con relative chiacchiere su vari temi tipo quanto sarebbe bello se… per me sognare un po’ non guasta mai, e non serve dormire per farlo..

Quindi, andando dal nostro fornitore di viveri preferito, abbiamo deciso di fermarci lungo la strada in una bellissima faggeta secolare e l’occhio cade immediatamente su di un cartello, che indica la strada, all’interno di un famoso percorso, verso un monumento distante 10 minuti di cammino, decidiamo che, dato le ultime performance di Stella, si può affrontare..

Il percorso si snoda all’interno di una Faggeta secolare di una bellezza incredibile come è incredibile pensare che questa vegetazione un tempo ricopriva tutto il monte Carpegna.

 

In questo bosco c’ero già stata in autunno quando i colori malinconici di inizio inverno le donavano un fascino incredibile. Rosso, arancione, marrone e verde, una tavolozza di colori che si mischiano sotto l’azzurro di un cielo limpido… questo lembo di bosco è famoso proprio per gli amanti di fotografia, come dargli torto ..

Camminando in un tragitto non complicato ci imbattiamo nel monumento che stavamo cercando, ben segnalato.

Racconta una storia triste un po’ datata.

Era dicembre del 1989 e due caccia F104 (questi caccia erano chiamati ‘bare volanti’) dell’aeronautica di Rimini scompaiono dai radar.

Si teme subito il peggio.

La situazione atmosferica è difficoltosa, cade un fitto nevischio che rende difficile qualsiasi operazione.

Emergono un paio di segnalazioni che identificano approssimativamente il luogo dell’incidente a Montecopiolo.

Un forte boato e fuoco dal monte situato tra le Marche, la Toscana e l’Emilia Romagna.

Si spera che siano riusciti ad attivare il comando di espulsione ma nel frattempo è sopraggiunto il buio, gli elicotteri non possono volare, le condizioni meteo, anche nel caso si siano espulsi, lasciano poche probabilità di salvezza.

Vengono impiegate 150 persone per il recupero, tra carabinieri, vigili del fuoco ed esercito.

I resti dei velivoli vengono trovati  24 ore dopo lo schianto…

Nessun superstite..

Pare volassero troppo basso a causa del maltempo e che il monte abbia ostruito loro il passaggio.

Questo monumento ricorda la tragedia, la loro vita e la loro precoce fine.

Tutt’ora, quando vengono trovati resti dell’aereo (fili elettrici, pezzi dei comandi ecc..) vengono posizionati sul monumento in segno di rispetto.

Era impossibile per me non cercare la loro storia che tuttora aleggia nell’aria, e non raccontarla.

Impressiona che dal lontano 1989 ancora si possano trovare residui di questa tragica fatalità.

A 5 minuti di passeggiata dal faggio secolare.

Buon riposo aviatori.

 

È particolare sentire che ogni luogo abbia una storia da raccontare.

Non tutte le storie, per fortuna o purtroppo si conoscono, di sicuro tutti i luoghi meritano rispetto.

Ci vediamo in giro

 

foto della faggeta secolare di Pianacquadio con sole che filtra tra gli alberi verdi

 

SENTIERO CAI 104 CARPEGNA

  • Noi 4 alla croce del monte Carpegna

Quest’ estate sembra proprio non voler partire…il sole continua a nascondersi dietro le nuvole…

Abbiamo approfittato, quindi, per fare una bella passeggiata che ben presto si è trasformata in qualcosa di più impegnativo.

Ci siamo svegliati prima del solito e stranamente eravamo fuori dalla nostra roulotte ad un orario decente.

Solita colazione al Cippo, abbiamo messo le scarpe da trekking e via per un giretto nei percorsi, un giretto tranquillo all’inizio…

Abbiamo iniziato il percorso CAI 104 che dal Cippo arriva al monte Carpegna. Fino alla fine del percorso 104A tutto bene poi, l’avventurosa di casa, che ha sei anni, ha deciso che voleva arrivare in alto prefiggendosi un obbiettivo…la croce del monte Carpegna. 

Per arrivare sulla cima, finito il percorso 104A, abbiamo preso il 104 che è stato un po’ più impegnativo.

Salite molto ripide e di conseguenza, al ritorno discese impegnative.

Non sono assolutamente esperta di livelli di difficoltà ma credo di aver fatto partire la piccola con il botto.

Non siamo partiti dal paese di Paterno ma dal ‘campeggio il Cippo’ tagliando quindi un pezzo di percorso, con bambini piccoli al seguito lo consiglio (soprattutto se non sono abituati a camminare).

Devo dire onestamente che è un’esperienza assolutamente da fare con i bambini.

Qualsiasi sia l’arrivo, dopo tutta la fatica, arrivare all’obbiettivo ha il sapore della soddisfazione. Felicità e liberazione, ovviamente, la fanno da padroni rendendo magica l’impresa che in questo caso coincide con un premio per occhi e cuore…..il panorama è speciale…

Molto importante avere scarpe con suola scolpita ,acqua e qualcosa da mangiare.

Da non sottovalutare la presenza di vipere (che abbiamo incontrato) quindi consiglio di rileggere il manuale delle giovani marmotte (che io da piccola ho consumato) e non spostare pietre a mani nude, non sedersi su massi o tronchi senza aver controllato ecc.. ecc…

La natura regala tantissimo ma va trattata con rispetto..ci vediamo in giro!

 

CHIESA DI SANT’ARDUINO – PIETRARUBBIA

chiesa pericolante di Sant'Arduino da lontano, scorcio con gli alberi intorno e cielo nuvoloso

Ed eccoci di nuovo qui…

Dopo l’ennesimo periodo di fermo e come sempre un po’ per caso, venerdì un’amica mi ha inviato un articolo molto interessante per me. Si parla di una chiesa  sconsacrata e abbandonata a Pietrarubbia avvolta dalla vegetazione e su di un Eremo con il medesimo nome (Eremo di Sant’Arduino).

Si trova in una posizione molto bella, raggiungibile con una camminata nella natura  poco impegnativa (noi l’abbiamo fatta con mia figlia di 6 anni). Ci abbiamo impiegato circa 40′ ad andare (abbiamo sbagliato a seguire il percorso che non è segnalato e nemmeno battuto nell’ultimo tratto) e 20′ per il ritorno.

Siamo andati seguendo il navigatore per la chiesa di Sant’ Arduino ma, quando serve, ti dice di girare a destra dove è presente un bel muro che aspetta che tu l’ attraversi!

Scherzi a parte siamo andati per tentativi ed abbiamo avuto la fortuna di incontrare delle persone gentilissime.

La zona in cui abbiamo lasciato la macchina è Ca’ Bosco.

Una signora, veramente gentile, ci ha autorizzato a lasciare l’auto nella sua proprietà e ci ha indirizzato con preziose informazioni.

Dopo aver costeggiato le case, un orto ed un bellissimo campo fiorito, inizia il ‘sentiero’. È necessario andare un minimo attrezzati perché il sentiero è selvaggio, l’erba è alta, ed i pantaloncini, a mio modesto parere, sono sconsigliati.

una parte diroccata e pericolante della chiesa in mezzo al verde

Dopo la nostra passeggiata tra tane di istrici (il mio compagno e mia figlia in queste situazioni si trasformano in guru di Superquark) e bellissimi campi in fiore, finalmente scorgiamo lei…

Una struttura molto pericolante, un campanile senza campane ed una storia muta che non può parlare.

Prima di cercare questo posto ho cercato tra varie informazioni e la storia mi ha subito rapita. Si parla di una chiesa che, in seguito ad un crollo del pavimento, ha portato alla luce una cripta sotterranea. Una chiesa caduta in declino in seguito al mancato rinnovamento del parroco, all’abbandono delle case da parte delle famiglie di agricoltori e, non meno importante, saccheggiamenti di oggetti sacri e distruzione di alcune parti in cerca di tombe da saccheggiare. L’esistenza della cripta sotterranea, venuta alla luce con il crollo, era conosciuto anche in passato.

In questa cripta sotterranea sono stati trovati circa 65 scheletri, intatti, ancora in sacchi di canapa e lino relativi alla sepoltura, con vestiti risalenti al ‘500. Era presente anche un affresco che è stato rimosso e portato ad Urbino.

Avevamo già visitato il castello di Pietrarubbia ma questo angolo di pace ci era proprio sfuggito. Un vero peccato che sia mantenuto in questo stato pericolante anche se un po’ di tempo fa erano iniziati i lavori di restauro ma purtroppo mai terminati. C’è un cartello del cantiere degli anni ’90 abbandonato in mezzo alla natura che è cresciuta intorno.

Mi hanno segnalato in seguito, che sono presenti altri percorsi per raggiungerla non ufficiali (le persone che abitano nelle vicinanze ci hanno raccontato che loro passano attraverso i campi) ma noi abbiamo preferito non rischiare di perderci.

Non resta che incoraggiarvi a fare un giretto a Pietrarubbia e magari ci vediamo in giro..

Un esempio del sentiero nell’ultimo tratto

cartello giallo con disegno della chiesa in cui avverte che è pericolante parte ristrutturata della chiesa

 

HALLOWEEN CON BIMBO IN TREKKING

 

Un tranquillo weekend di halloween tra ragazze.

Una ‘ 3 giorni ‘ nella nostra mitica roulotte in Carpegna con una piccola avventura nel bosco insieme a ‘Bimbo in trekking’.

Ho aspettato un po’ a scrivere questo articolo perché speravo di poterlo arricchire con un’ altra esperienza di trekking ma dato il momento mi sono dovuta purtroppo fermare..

Devo fare una premessa, mia figlia mi ha chiesto molte volte di poter andare per case a festeggiare Halloween ed io, che quest’anno glielo avevo promesso e non volendo deluderla, per caso, mi sono imbattuta in una loro pubblicità su fb in cui parlavano di questa scuola di magia per bimbi.

Nel bosco, all’aria aperta ed in totale sicurezza… perfetto!!

È stata la migliore scelta che potessi fare, lei si è divertita come una matta, gli organizzatori sono stati fantastici.

Hanno organizzato, a fine giornata, anche una merenda nel bosco al buio con tanto di cioccolata calda, caffè, pane e cioccolato ecc… l’unica luce era quella delle torce e piccole lanterne create da loro, molto suggestivo per chi ama la natura.

Veramente un’ esperienza che non dimenticheremo facilmente.

all’interno della faggeta

 

Io per prima sono tornata bambina ed è un’esperienza che diversamente non avrei mai fatto, avendo un senso dell’orientamento praticamente inesistente.

Chi merita è giusto che venga conosciuto e nel mio piccolo ho trovato giusto farlo.

Bimbo in trekking organizza (quando non ci sono restrizioni) moltissime cose in zona Marche ed Emilia Romagna ed il mio consiglio è quello di provare queste belle esperienze per tutta la famiglia.

Il bosco era quello della faggeta di Pianacquadio all’interno del parco Sasso, Simone e Simoncello. Un bosco che anche da solo merita una visita.

I ragazzi di ‘bimbo in trekking’ hanno organizzato per bambini e non, una giornata di trekking con guida. Immancabile l’incontro con personaggi fantasiosi, incantesimi, magie e ‘prove’ da superare. Hanno avuto anche la loro bacchetta magica come diploma!

Bravissime le guide anche a cogliere il momento giusto per fare nuove esperienze. Quella sera c’era la luna piena ed hanno proposto di spegnere le torce per vivere il buio del bosco, una bel momento per rendersi conto che la natura ha tutto quello che serve.

Veramente da 10 e lode per creare bellissimi ricordi che accompagneranno i bimbi tra le storie di famiglia.

Mia figlia era il ritratto della felicità ed io mi sono divertita molto, non vediamo l’ora di potere fare un’altra esperienza simile, chissà, magari portiamo anche il babbo ed il nostro cagnolone..

Ci vediamo in giro!

MUSEO DELLA CARTA DI FABRIANO E TANTO ALTRO

Partenza per il week-end, io e la mia compagna di avventure, obbiettivo museo della carta di Fabriano.

Mi hanno parlato molto bene di questo museo e quindi l’ho incluso nella lista.

Fabriano si trova a 15 minuti di strada da Frasassi,  e volendo includere nuovamente le grotte (anche se ci ero già stata), e volendo visitare tutto quello che esiste intorno nel raggio di 1 Km che mi ha incuriosito come il Tempio del Valadier, l’Abbazia di San Vittore ecc…, la soluzione più ovvia per me era ‘fare base’ in questa città molto carina.

Fabriano in generale offre molto, è bello anche perdersi nei vicoli della parte vecchia o girare il centro alla ricerca di un ristorante.

Le persone che abbiamo incontrato sono state molto gentili e cordiali, anche nell’aiutarci alla ricerca di un gommista. Quando si ‘gira’ capitano anche piccoli inconvenienti di percorso…

                                                               

La gita è iniziata dal tempio del Valadier e credo che la passeggiata in salita per arrivare in cima resterà negli annali (non siamo molto sportive e l’abbiamo presa con troppa euforia iniziale che ci ha distrutto 😊 ).

Appena arrivate, dopo la ‘scarpinata’ abbiamo trovato l’Eremo di Santa Maria Infra Saxa ed il tempio del Valadier, sembra di essere catapultati in un luogo surreale. Parzialmente scavato nella roccia, l’Eremo, ha tutto il fascino dell’introspezione.

 Non so perché ma a me questi luoghi mistici fanno sempre pensare…

                                                   

Ci tenevo particolarmente a vedere il Tempio del Valadier perché vedendo le foto di questo luogo così particolare, aveva sicuramente attirato la mia curiosità.

Se ci si trova in zona un giro è d’obbligo, è un luogo di grande intensità, sia per lo scenario circostante sia per la bellezza e la particolarità della costruzione ed il luogo in cui è ‘incastonata’.

Seconda tappa le grotte di Frasassi, delle quali ho già parlato in un altro articolo http://civediamoingiro.it/category/regione-marche/blog-regione-marche/ .

La tabella di marcia prevedeva, per il giorno successivo, il famoso Museo della carta di Fabriano. Abbiamo prenotato, come ormai è necessario fare ovunque, tramite il sito internet che è l’unica scelta possibile. Per qualsiasi informazione potete comunque telefonare al museo e vi daranno tutte le istruzioni del caso.

 La visita è esclusivamente guidata ed è possibile scegliere l’orario della visita o, se interessa, abbinare un laboratorio didattico.

In tempi pre-covid i laboratori prevedevano ‘classi’ di bambini che, tra le altre cose, prevedevano la spiegazione dell’importanza del riciclo attraverso la trasformazione della carta usata e la produzione di oggetti di arredamento in cartone ecc…, ora, il laboratorio, è stato ridotto ad una prova manuale di produzione della carta con il metodo che viene illustrato durante la visita.

E’ stato un bellissimo viaggio nella storia, dai ‘macchinari’ dell’epoca all’innovazione portata dalla rivoluzione industriale, passando per il lavoro artigiano e delle filigrane.

Viene spiegato tutto il processo, sia vecchio che nuovo, la differenza tra le varie carte e la differenza dei materiali utilizzati in base al prodotto che si deve realizzare.

Arte allo stato puro…

Ci hanno spiegato anche il misterioso mondo delle banconote, le filigrane, le differenze tra banconote nuove e banconote vecchie, attraverso anche una dimostrazione visiva con l’uso di una lampada particolare che esalta alcuni dettagli che scoprirete nella visita.

Dire filigrana è riduttivo, io non immaginavo assolutamente che quello che si poteva osservare mettendo le lire controluce, fosse il risultato di una vera lavorazione artigianale. Per creare uno stampo si parte e si partiva dall’incisione del volto o dell’immagine desiderata, sulla cera…

Il mastro cartaio all’opera è da 10 e lode, usando tecniche antiche, con tutta l’esperienza di una vita intera, produce fogli davanti agli occhi curiosi dei visitatori.

Questa operazione è fondamentale per spiegare le fasi successive ed è molto interessante vederlo in azione.

Posso solo che consigliare la visita che dura circa un paio d’ore.

Purtroppo il tempo è sempre poco quando si visitano luoghi nuovi e ci sarebbe piaciuto includere nel giro anche il museo del pianoforte storico e del suono ma all’atto della prenotazione ci siamo accorte che va fatta almeno 5 giorni prima.

Che peccato!! Sarà sicuramente una buona scusa per tornarci…

Ci vediamo in giro

PENNABILLI – magia tra le emozioni-

Scorcio di Pennabilli

Qualcuno ha detto ‘l’ emozione non ha voce’ e sono assolutamente d’accordo, però oggi, per me, ha un luogo.

Pennabilli..

Ci ero già stata sotto le feste di Natale, ma non avevo capito assolutamente nulla. Avevo girato senza troppa convinzione, senza cercare nulla di preciso ed anche di fretta… Ma quando un luogo, a pelle, ti attira, ci ritorni. Così è stato per me… 

Un vulcano di sorprese e non sono nemmeno riuscita a vedere tutto quello che mi ero prefissata (mia figlia era distrutta letteralmente).

 Abbiamo iniziato comprando farina ad un mulino di Pennabilli. Una realtà in cui il grano si macina a pietra con mulino ad acqua e si usano grani antichi…molto interessante…

Ci eravamo già stati e siamo tornati a fare scorta… In seguito procedendo verso il paese e dopo l’aperitivo (perché comunque ogni giro è una piccola vacanza) dalla piazza principale, abbiamo seguito le indicazioni per ‘l’ angelo coi baffi’ che abbiamo trovato dopo la strada delle meridiane (veramente affascinante).

L’angelo con i baffi

Attraversando scorci di paese è possibile vedere mattonelle, accanto ad alcuni portoni, con indicazioni di chi ha abitato in quella determinata casa.

Per me Pennabilli è un museo all’aperto e offre infinite emozioni e riflessioni.

Passeggiando siamo andati alla campana Tibetana ed ai mulinelli girevoli ed abbiamo inviato, girando questi ingranaggi, preghiere tibetane al cielo.

Veramente luoghi dell’anima dove, se si affronta il giro con calma, sembra che si allineino i pensieri e stupisce infinitamente come, anche per caratteri come il mio, ci sia un po’ di pace… Le campane sono state donate dal Dalai Lama e tutto intorno parla di spiritualità e semplicità.

Inevitabile guardare e sentire con il cuore. Pennabilli è veramente un grande minestrone. Il protagonista è Tonino Guerra, ma anche Dalai Lama, Federico Fellini, e Leonardo da Vinci hanno una certa rilevanza.. Il luogo successivo, scendendo e tornando verso il paese, è rappresentato da un chorten tibetano con annesso rosario tibetano ed il giardino dei pensieri che è tutto riassunto dalla targa in entrata che recita: ‘sette pietre misteriose, sette specchi opachi per la mente, sette confessori muti che aspettano di ascoltare le tue parole belle e le parole brutte’. Un percorso mistico che vorrebbe un racconto molto più dettagliato. Si meriterebbe moltissimo spazio, ma sono profondamente convinta che ognuno ci possa trovare qualcosa di intimo e personale non condivisibile. Ognuno di noi credo lo viva a modo suo e credo che venga colpito da qualcosa di diverso.

Il rifugio delle Madonne abbandonate

L’orto dei frutti dimenticati ed il rifugio delle madonne abbandonate. Da vedere assolutamente!

 

Qui la targa recita ‘questo piccolo bosco è un labirinto dell’ anima dove, per breve tempo puoi perdere la memoria e ritroverai solo il giorno più bello della tua vita’Vi ha colpito?Anche a me! E se devo essere sincera, sono stata d’accordo con Tonino Guerra. Sembra che il tempo si fermi e sembra che i pensieri si puliscano lasciando spazio alla positività. Non sono riuscita a visitare il museo del calcolo ed il il museo naturalistico ma sono sicurissima che noi e Pennabilli ci rivedremo presto. Se c’è una cosa che mi fa capire quanto nella vita ci siano moltissime opportunità e scelte, sono luoghi come questo.

Probabilmente se non avessi aperto un mio blog sarebbe stato tutto diverso… Ovviamente non voglio togliere troppe sorprese ma sicuramente merita una giornata. Magari ci incontriamo lì… spero di vedervi tra un mantra tibetano o tra uno dei sette specchi opachi! Ci vediamo in giro!