MONTECOPIOLO -IL MONUMENTO AGLI AVIATORI NELLA FAGGETA-

A volte succede che non hai voglia di fare nulla ma fortunatamente il richiamo della curiosità vince su tutto e la pigrizia se ne va.

Avevamo solo un programma…una bella grigliata annaffiata da birra fresca ( perché non esiste grigliata senza birretta) con relative chiacchiere su vari temi tipo quanto sarebbe bello se… per me sognare un po’ non guasta mai, e non serve dormire per farlo..

Quindi, andando dal nostro fornitore di viveri preferito, abbiamo deciso di fermarci lungo la strada in una bellissima faggeta secolare e l’occhio cade immediatamente su di un cartello, che indica la strada, all’interno di un famoso percorso, verso un monumento distante 10 minuti di cammino, decidiamo che, dato le ultime performance di Stella, si può affrontare..

Il percorso si snoda all’interno di una Faggeta secolare di una bellezza incredibile come è incredibile pensare che questa vegetazione un tempo ricopriva tutto il monte Carpegna.

 

In questo bosco c’ero già stata in autunno quando i colori malinconici di inizio inverno le donavano un fascino incredibile. Rosso, arancione, marrone e verde, una tavolozza di colori che si mischiano sotto l’azzurro di un cielo limpido… questo lembo di bosco è famoso proprio per gli amanti di fotografia, come dargli torto ..

Camminando in un tragitto non complicato ci imbattiamo nel monumento che stavamo cercando, ben segnalato.

Racconta una storia triste un po’ datata.

Era dicembre del 1989 e due caccia F104 (questi caccia erano chiamati ‘bare volanti’) dell’aeronautica di Rimini scompaiono dai radar.

Si teme subito il peggio.

La situazione atmosferica è difficoltosa, cade un fitto nevischio che rende difficile qualsiasi operazione.

Emergono un paio di segnalazioni che identificano approssimativamente il luogo dell’incidente a Montecopiolo.

Un forte boato e fuoco dal monte situato tra le Marche, la Toscana e l’Emilia Romagna.

Si spera che siano riusciti ad attivare il comando di espulsione ma nel frattempo è sopraggiunto il buio, gli elicotteri non possono volare, le condizioni meteo, anche nel caso si siano espulsi, lasciano poche probabilità di salvezza.

Vengono impiegate 150 persone per il recupero, tra carabinieri, vigili del fuoco ed esercito.

I resti dei velivoli vengono trovati  24 ore dopo lo schianto…

Nessun superstite..

Pare volassero troppo basso a causa del maltempo e che il monte abbia ostruito loro il passaggio.

Questo monumento ricorda la tragedia, la loro vita e la loro precoce fine.

Tutt’ora, quando vengono trovati resti dell’aereo (fili elettrici, pezzi dei comandi ecc..) vengono posizionati sul monumento in segno di rispetto.

Era impossibile per me non cercare la loro storia che tuttora aleggia nell’aria, e non raccontarla.

Impressiona che dal lontano 1989 ancora si possano trovare residui di questa tragica fatalità.

A 5 minuti di passeggiata dal faggio secolare.

Buon riposo aviatori.

 

È particolare sentire che ogni luogo abbia una storia da raccontare.

Non tutte le storie, per fortuna o purtroppo si conoscono, di sicuro tutti i luoghi meritano rispetto.

Ci vediamo in giro

 

foto della faggeta secolare di Pianacquadio con sole che filtra tra gli alberi verdi

 

SENTIERO CAI 104 CARPEGNA

  • Noi 4 alla croce del monte Carpegna

Quest’ estate sembra proprio non voler partire…il sole continua a nascondersi dietro le nuvole…

Abbiamo approfittato, quindi, per fare una bella passeggiata che ben presto si è trasformata in qualcosa di più impegnativo.

Ci siamo svegliati prima del solito e stranamente eravamo fuori dalla nostra roulotte ad un orario decente.

Solita colazione al Cippo, abbiamo messo le scarpe da trekking e via per un giretto nei percorsi, un giretto tranquillo all’inizio…

Abbiamo iniziato il percorso CAI 104 che dal Cippo arriva al monte Carpegna. Fino alla fine del percorso 104A tutto bene poi, l’avventurosa di casa, che ha sei anni, ha deciso che voleva arrivare in alto prefiggendosi un obbiettivo…la croce del monte Carpegna. 

Per arrivare sulla cima, finito il percorso 104A, abbiamo preso il 104 che è stato un po’ più impegnativo.

Salite molto ripide e di conseguenza, al ritorno discese impegnative.

Non sono assolutamente esperta di livelli di difficoltà ma credo di aver fatto partire la piccola con il botto.

Non siamo partiti dal paese di Paterno ma dal ‘campeggio il Cippo’ tagliando quindi un pezzo di percorso, con bambini piccoli al seguito lo consiglio (soprattutto se non sono abituati a camminare).

Devo dire onestamente che è un’esperienza assolutamente da fare con i bambini.

Qualsiasi sia l’arrivo, dopo tutta la fatica, arrivare all’obbiettivo ha il sapore della soddisfazione. Felicità e liberazione, ovviamente, la fanno da padroni rendendo magica l’impresa che in questo caso coincide con un premio per occhi e cuore…..il panorama è speciale…

Molto importante avere scarpe con suola scolpita ,acqua e qualcosa da mangiare.

Da non sottovalutare la presenza di vipere (che abbiamo incontrato) quindi consiglio di rileggere il manuale delle giovani marmotte (che io da piccola ho consumato) e non spostare pietre a mani nude, non sedersi su massi o tronchi senza aver controllato ecc.. ecc…

La natura regala tantissimo ma va trattata con rispetto..ci vediamo in giro!

 

CHIESA DI SANT’ARDUINO – PIETRARUBBIA

chiesa pericolante di Sant'Arduino da lontano, scorcio con gli alberi intorno e cielo nuvoloso

Ed eccoci di nuovo qui…

Dopo l’ennesimo periodo di fermo e come sempre un po’ per caso, venerdì un’amica mi ha inviato un articolo molto interessante per me. Si parla di una chiesa  sconsacrata e abbandonata a Pietrarubbia avvolta dalla vegetazione e su di un Eremo con il medesimo nome (Eremo di Sant’Arduino).

Si trova in una posizione molto bella, raggiungibile con una camminata nella natura  poco impegnativa (noi l’abbiamo fatta con mia figlia di 6 anni). Ci abbiamo impiegato circa 40′ ad andare (abbiamo sbagliato a seguire il percorso che non è segnalato e nemmeno battuto nell’ultimo tratto) e 20′ per il ritorno.

Siamo andati seguendo il navigatore per la chiesa di Sant’ Arduino ma, quando serve, ti dice di girare a destra dove è presente un bel muro che aspetta che tu l’ attraversi!

Scherzi a parte siamo andati per tentativi ed abbiamo avuto la fortuna di incontrare delle persone gentilissime.

La zona in cui abbiamo lasciato la macchina è Ca’ Bosco.

Una signora, veramente gentile, ci ha autorizzato a lasciare l’auto nella sua proprietà e ci ha indirizzato con preziose informazioni.

Dopo aver costeggiato le case, un orto ed un bellissimo campo fiorito, inizia il ‘sentiero’. È necessario andare un minimo attrezzati perché il sentiero è selvaggio, l’erba è alta, ed i pantaloncini, a mio modesto parere, sono sconsigliati.

una parte diroccata e pericolante della chiesa in mezzo al verde

Dopo la nostra passeggiata tra tane di istrici (il mio compagno e mia figlia in queste situazioni si trasformano in guru di Superquark) e bellissimi campi in fiore, finalmente scorgiamo lei…

Una struttura molto pericolante, un campanile senza campane ed una storia muta che non può parlare.

Prima di cercare questo posto ho cercato tra varie informazioni e la storia mi ha subito rapita. Si parla di una chiesa che, in seguito ad un crollo del pavimento, ha portato alla luce una cripta sotterranea. Una chiesa caduta in declino in seguito al mancato rinnovamento del parroco, all’abbandono delle case da parte delle famiglie di agricoltori e, non meno importante, saccheggiamenti di oggetti sacri e distruzione di alcune parti in cerca di tombe da saccheggiare. L’esistenza della cripta sotterranea, venuta alla luce con il crollo, era conosciuto anche in passato.

In questa cripta sotterranea sono stati trovati circa 65 scheletri, intatti, ancora in sacchi di canapa e lino relativi alla sepoltura, con vestiti risalenti al ‘500. Era presente anche un affresco che è stato rimosso e portato ad Urbino.

Avevamo già visitato il castello di Pietrarubbia ma questo angolo di pace ci era proprio sfuggito. Un vero peccato che sia mantenuto in questo stato pericolante anche se un po’ di tempo fa erano iniziati i lavori di restauro ma purtroppo mai terminati. C’è un cartello del cantiere degli anni ’90 abbandonato in mezzo alla natura che è cresciuta intorno.

Mi hanno segnalato in seguito, che sono presenti altri percorsi per raggiungerla non ufficiali (le persone che abitano nelle vicinanze ci hanno raccontato che loro passano attraverso i campi) ma noi abbiamo preferito non rischiare di perderci.

Non resta che incoraggiarvi a fare un giretto a Pietrarubbia e magari ci vediamo in giro..

Un esempio del sentiero nell’ultimo tratto

cartello giallo con disegno della chiesa in cui avverte che è pericolante parte ristrutturata della chiesa

 

HALLOWEEN CON BIMBO IN TREKKING

 

Un tranquillo weekend di halloween tra ragazze.

Una ‘ 3 giorni ‘ nella nostra mitica roulotte in Carpegna con una piccola avventura nel bosco insieme a ‘Bimbo in trekking’.

Ho aspettato un po’ a scrivere questo articolo perché speravo di poterlo arricchire con un’ altra esperienza di trekking ma dato il momento mi sono dovuta purtroppo fermare..

Devo fare una premessa, mia figlia mi ha chiesto molte volte di poter andare per case a festeggiare Halloween ed io, che quest’anno glielo avevo promesso e non volendo deluderla, per caso, mi sono imbattuta in una loro pubblicità su fb in cui parlavano di questa scuola di magia per bimbi.

Nel bosco, all’aria aperta ed in totale sicurezza… perfetto!!

È stata la migliore scelta che potessi fare, lei si è divertita come una matta, gli organizzatori sono stati fantastici.

Hanno organizzato, a fine giornata, anche una merenda nel bosco al buio con tanto di cioccolata calda, caffè, pane e cioccolato ecc… l’unica luce era quella delle torce e piccole lanterne create da loro, molto suggestivo per chi ama la natura.

Veramente un’ esperienza che non dimenticheremo facilmente.

all’interno della faggeta

 

Io per prima sono tornata bambina ed è un’esperienza che diversamente non avrei mai fatto, avendo un senso dell’orientamento praticamente inesistente.

Chi merita è giusto che venga conosciuto e nel mio piccolo ho trovato giusto farlo.

Bimbo in trekking organizza (quando non ci sono restrizioni) moltissime cose in zona Marche ed Emilia Romagna ed il mio consiglio è quello di provare queste belle esperienze per tutta la famiglia.

Il bosco era quello della faggeta di Pianacquadio all’interno del parco Sasso, Simone e Simoncello. Un bosco che anche da solo merita una visita.

I ragazzi di ‘bimbo in trekking’ hanno organizzato per bambini e non, una giornata di trekking con guida. Immancabile l’incontro con personaggi fantasiosi, incantesimi, magie e ‘prove’ da superare. Hanno avuto anche la loro bacchetta magica come diploma!

Bravissime le guide anche a cogliere il momento giusto per fare nuove esperienze. Quella sera c’era la luna piena ed hanno proposto di spegnere le torce per vivere il buio del bosco, una bel momento per rendersi conto che la natura ha tutto quello che serve.

Veramente da 10 e lode per creare bellissimi ricordi che accompagneranno i bimbi tra le storie di famiglia.

Mia figlia era il ritratto della felicità ed io mi sono divertita molto, non vediamo l’ora di potere fare un’altra esperienza simile, chissà, magari portiamo anche il babbo ed il nostro cagnolone..

Ci vediamo in giro!

EREMO DI CARPEGNA E SANTUARIO DELLA MADONNA DEL FAGGIO

Oggi parlerò dell’eremo di Carpegna. 
Da una parte la pace assoluta con le sue regole e quella introspezione che ti prende contro la tua volontà e, a volte, può portare qualche riflessione in più, tipico dei santuari.
Dall’altra parte, ti mostra impianti sciistici chiusi (in questa stagione) con il suo rifugio barricato con assi di legno, seggiovie ferme ecc… Anche se in quel posto specifico, non ci sei mai stato, è facile rendersi conto dei cambiamenti tra estate ed inverno.

Per me l’Eremo rappresenta la tranquillità e un senso di libertà unico.

Quando si alza lo sguardo, gli occhi vengono rapiti (in estate ed in primavera) dai suoi meravigliosi fiori di campo lilla e gialli ed i suoi infiniti prati verdi. In primavera abbiamo trovato una quantità indefinita di ‘soffioni’ e ci è piaciuto, anche se per pochi secondi, tornare bambini e lasciare volare nell’aria i suoi semi ed ovviamente abbiamo espresso moltissimi desideri.

Il nostro cagnolone ha molto gradito questa tappa. Non l’ho mai vista correre così scatenata.

Ci siamo andati più volte e non abbiamo mai incontrato molta gente, per non dire molto poca.
Da questo posto partono alcuni sentieri per camminare o altro ed uno di questi si collega al ‘Cippo’.


Ospite di questo angolo di serenità è il santuario della Madonna del faggio. 
Una minuscola chiesina molto bella e molto suggestiva del XII secolo a 1415 metri di altitudine, una vera bomboniera!
Si narra che sia stato costruito in questo luogo perché è il posto in cui l’immagine della Madonna, rimossa da un faggio, sia tornata al luogo di origine miracolosamente.
A prescindere dal pensiero e dal credo è un luogo molto suggestivo, in cui il silenzio regna sovrano. Veramente carino e curato, sugli alberi che conducono all’entrata sono state posizionate moltissime casette per gli uccellini oltre ad essere scolpite sulla pietra delle immagini che accompagnano all’entrata. Vi posso dire che, inserito in una bella passeggiata tra i boschi, è la famosa ciliegina sulla torta.


Tra gli impianti e il santuario c’è anche una fontanella con acqua ghiacciata, ma veramente gelata… per fare bere il nostro cagnolone, avendo dimenticato la ciotola, abbiamo messo le mani ‘a coppa’ e ci è venuto un male alle mani pazzesco, è veramente freddissima!

Abbiamo scoperto o riscoperto l’Eremo di Carpegna per caso (io ci andavo da piccola con i miei genitori quando faceva la neve). Poco prima di arrivare sulla vetta e passato il lago ed i meravigliosi fiori di campo, e seguendo le indicazioni l’abbiamo trovato velocemente.

Siamo tornati in seguito più volte a fare una bella passeggiata. Siamo andati in cima, dove arrivano le seggiovie ed abbiamo proseguito verso il sentiero che porta alla croce del monte Carpegna, una bella passeggiata. In cima all’ombra di un albero abbiamo fatto un bel pic nic ed in seguito abbiamo proseguito lungo il sentiero fino ad arrivare nuovamente al parcheggio.

Una bella giornata rilassante che ripeteremo sicuramente, se passate in zona merita una visita.

Ci vediamo in giro!

PALAZZO DEI PRINCIPI E ANTICA STAMPERIA

Palazzo dei Principi nello sfondo
Insegna dell’antica stamperia

 

Ci sono quei posti che catturano la nostra curiosità ma, per un motivo o per un altro, se ne rimanda sempre la visita.

Parlo, per noi, del palazzo dei Principi di Carpegna. Un palazzo tuttora abitato dalla principessa Clara (che abbiamo conosciuto) e dalla sua famiglia. 

Carpegna è stata ‘la regina del Montefeltro’ e  nel 1600 circa, I duchi hanno voluto la costruzione di questo palazzo come simbolo del loro potere, oltre ad avere una  più moderna concezione di difesa dai possibili attacchi. 

La storia della famiglia e dei suoi discendenti ci ha molto appassionato tra parentele importanti, ideologie all’avanguardia di alcuni e curiosità. A me, tra le ‘curiosità’, ha colpito molto il modo di servire i pasti ufficiali e di come questa usanza si sia modificata nel tempo, fino alla nostra concezione di pranzo.. 

Le cucine che catapultano in un film in costume. Ovviamente tutta pietra, forni e pentoloni, io l’ho trovata molto bella.

Cucina del Palazzo (ovviamente quella originale)

 

Il palazzo molto ben tenuto e comunque bisogna sempre tenere presente che no è un museo ma abitato tutt’ora. 

La Guida (riduttivo chiamarlo così) veramente speciale, Fabio, molto preparato e dinamico, non ci ha permesso di distrarci, eravamo tutti catturati dal suo racconto. Disponibile anche a rispondere a curiosità ‘fuori copione’. 

Non entro nella storia del palazzo per rispetto a chi è più preparato ma vi garantisco che merita.

 Abbiamo scoperto, in un secondo momento, che vengono organizzate anche visite guidate abbinate all’antica stamperia. 

 

Noi l’avevamo già ‘visitata’ in precedenza e ci ha molto rapito questa attività che si tramanda da 6 generazioni.  Ci ha raccontato il proprietario, che appartiene all’ultima generazione, che secoli fa, i suoi avi, sono stati invitati a Carpegna dalla Toscana per fare questo lavoro.

Siamo capitati nel negozio/laboratorio senza alcuno scopo ed il titolare ci ha ammaliato con la sua arte. Ci ha fatto vedere gli stampi e come si producono, ci ha spiegato i colori (interamente fatti da loro) come sono fatti e il motivo dell’uso di alcuni ingredienti. Ci ha fatto vedere dove e come si tingono i tessuti. È stato veramente speciale. Uscite dall’idea di trovare solo cose classiche. Ripenso tutt’ora ad una meravigliosa tovaglia in lino grigio con stampa bianca… 

Veramente un luogo speciale che fa riflettere anche sul tempo ed a come siamo abituati al tutto subito. Pensate che per fare uno stampo, il legno viene fatto stagionare per anni prima di potere procedere all’intaglio.

D’altra parte, a volte, girando, succede anche di fare riflessioni sui nostri attuali stili di vita..

Ci vediamo in giro!

CARPEGNA, AMICI E PARCO FAUNISTICO PIAN DEI PRATI DI FRONTINO

  Inizia tutto con una visita di alcuni amici nel nostro regno, la fantastica roulotte…

Il programma era bagno al fiume, pranzo a Frontino e visita al Parco Faunistico, nella speranza di vedere qualche animale (si sa ai bambini piacciono sempre tanto), poi però, i programmi non vanno mai secondo i piani.

Il giorno prima aveva piovuto e quindi le temperature si erano abbassate tanto da farci abbandonare il progetto fiume. Come se non bastasse gli amici hanno avuto improvvisi impegni di lavoro ed il tempo si è un po’ ridotto ma non ci siamo assolutamente scoraggiati.

Abbiamo iniziato con una birretta in roulotte (perché il frigo è sempre una grande risorsa) per continuare con una selezione ridotta del programma.

Con gli amici è tutto più bello, si sa, quindi siamo tornati a pranzo a Frontino (di cui ho già parlato), quella bomboniera di paese, per poi andare al Parco Faunistico Pian Dei Prati.

Erano 3 settimane che aspettavamo l’apertura del Parco e per un soffio siamo riusciti a visitarlo.

Ho telefonato, ed a causa di questo maledetto Covid, mi hanno spiegato che bisogna prenotare la visita e fissare un orario anche se il Parco è interamente all’aperto.

Non è uno zoo, non aspettatevi grandi scimmie o giraffe. E’ una selezione di animali, tema fattoria (pecore, caprette, asini, cavalli ecc…), con aggiunta di qualche animale particolare come il cinghiale e qualche rapace. Si gira in una mezz’oretta e se si è fortunati circolano liberi due caprioli che lo scorso anno abbiamo avuto la fortuna di vedere correre.

Il parco si sviluppa interamente all’interno di un bellissimo bosco e la piccola passeggiata, lo rende adatto anche ai bimbi più piccoli

E’ una bella idea passare un po’ di tempo dopo pranzo all’ombra del bosco.

P.S. Si possono portare anche i cani (al guinzaglio ovviamente).

Disseminati lungo il percorso ci sono anche panche da usare come punti di avvistamento, perché bisogna un pochino uscire dagli schemi e ‘osservare la natura’. Non tutti gli animali sono recintati per farsi osservare, per alcuni bisogna sollevare il volto e cercare di scorgerli tra gli alberi come gli uccelli, oppure guardare nel piccolo torrente e cercare di scorgere una rana, come accade quando si passeggia nella natura.

Di fronte al Parco Faunistico c’è anche il bar/ristorante del campeggio Pian Dei Prati dove un gelato ristoratore o qualcosa da bere si rimedia sempre, magari facendosi cullare da un dondolo nell’ombra pomeridiana.

Sarà che sono innamorata di questi posti ma ho fatto molta fatica a seguire la tabella di marcia perché il bello è anche farsi coccolare dalla natura all’ombra di un albero o semplicemente fermarsi con gli amici a fare DUE chiacchiere in relax.

Il tempo passato con gli amici è parte integrante dello stare bene anche con semplicità come sedersi sui sassi di un fiume o passeggiare tra animali locali, oppure ‘raccogliere’ i fichi da alberi incontrati per caso. E’ il vivere lentamente la cosa che più mi piace e forse anche quella che un po’ mi manca dei mesi scorsi.

Ci vediamo in giro!

UN PO’ DI CARPEGNA

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CARPEGNA, Che dire, un posto meraviglioso!! Offre un’infinità di cose per famiglie e non, dipende da cosa si cerca, ovviamente dimentichiamoci Riccione e il mondo delle discoteche che hanno fatto parte della mia vita (anche lavorativa) fino un paio di anni fa. C’è veramente di tutto, partendo dalle gite enogastronomiche, al parco faunistico, fino ad arrivare al  mondo dello sport (che non è proprio il mio forte). L’offerta è veramente vasta e se dovessi consigliare una giornata ‘tipo’ mi troverei molto in difficoltà. Dipende dagli interessi, per questo motivo parlerò di quello che mi ha colpito di più.

Il mio posto del cuore in Carpegna, a parte il campeggio Paradiso, nel quale abbiamo posizionato la nostra roulotte, è ‘Il Cippo’ che molti appassionati di ciclismo sicuramente conosceranno, essendo il luogo che con le sue salite e le sue curve montane permettevano a Marco Pantani di allenarsi per tutte le sue gare. La frase che risuona forte nell’aria è : ‘il Carpegna mi basta’ ed è una frase che riassume tutto. Dimenticate orologi e cellulari e lasciatevi coccolare dal posto.

 E’ presente un chiosco abbinato al campeggio ma fruibile da tutti nel quale potete fare colazione, pranzo, cena o merenda o takeaway per pic-nic, praticamente tutto… io personalmente adoro fare colazione in questo angolo di pace. La mattina, puoi sentire il bosco che respira ed il fresco anche nelle estati più torride. E’ veramente un posto ideale sia per leggere  in tranquillità, sia per fare giocare i bambini (i giochi sono posizionati lontano dai tavoli del chiosco che comunque non è mai troppo affollato).

Per quanto riguarda Il campeggio del Cippo , seguiranno notizie più precise perché presto, nonostante la roulotte, abbiamo intenzione di portare in tenda nostra figlia Stella e relativo cane extralarge per provare a sentire i rumori notturni del bosco. Ah, stavo per dimenticarmi…è presente un piccolo museo dei suoni degli animali locali,allestito dalla Guardia Forestale dello Stato, molto carino, visitabile in dieci minuti e molto interessante. È posizionato vicino ad una fontanella…dettagli ormai superati nei paesi, ma che ricollegano a tempi purtroppo superati nel nostro territorio (almeno è l’impressione che ho).

Giusto lo scorso weekend, nel quale abbiamo deciso di dedicarci solamente al riposo, abbiamo riscoperto un modo bellissimo di passare una giornata nonostante la calura estiva. Siamo partiti dalla nostra famosa colazione al cippo e micro passeggiata (e dico veramente micro). In seguito siamo tornati nel piccolo museo perché non mi ricordavo il verso dell’allocco e volevo risentirlo per capire se quello che sento a volte da casa corrisponde. Pranzo in Roulotte ma si può benissimo fare un pic-nic (in Carpegna le aree attrezzate sono molte ed ovunque ed io a volte, quando non ho tempo di preparare nulla vado a mangiare al bar del ‘Carpegna Park’ località Cantoniera che offre varietà di scelta anche per i bambini) e pomeriggio in piscina nel campeggio.

Nel campeggio in cui abbiamo la roulotte è possibile stare tutto il giorno, anche non pernottando, pagando ovviamente, ed usufruire della piscina che chiude solamente dalle 13,00 alle 15,00,  che é il tempo perfetto per un pic-nic o di un pranzo.

Bisogna solo scegliere cosa fare…Si può anche affittare una roulotte per qualche giorno, non per forza è obbligatorio dormire in tenda, il mio amore per questi posti è nato così..Vorrei dire tantissime cose di questo paese e dintorni ma credo che farò più articoli a seconda delle giornate.

Ci vediamo in giro!!